La fotografia geo-etnografica di Anna Alberghina

Guardando oltre l'aspetto turistico delle spiagge e dei safari, l'Africa rimane un continente in gran parte sconosciuto, forse anche un po' spaventoso, un mondo fatto di capanne di foglie, spiriti della foresta, riti di passaggio e culto degli antenati.

Studiare l'Africa non è solo un modo per conoscere l'altrove ma anche per riflettere su di una condizione sociale e politica diversa dalla nostra.

L'antropologia ci viene in aiuto per comprendere i popoli, indagarne le ragioni, testimoniarne le fatiche, le difficoltà e le capacità di cambiamento.

In Africa, la libertà dell'uomo deve fare i conti con il degrado, la sottomissione ,la povertà. E la povertà non rende liberi.

Tuttavia, spesso tendiamo a dare il bisogno materiale per scontato dimenticando , invece, che la perdita della propria cultura è un fenomeno assai più grave della mancanza di cibo o di scuole.
Per molti gruppi etnici equivale al desiderio di lasciarsi morire.

In un mondo sempre più globalizzato, diventano preziose le testimonianze di questo inestimabile patrimonio di tradizioni e conoscenze.

Per non dimenticare le proprie radici, per non ripetere gli errori, per conservare la propria identità.

Presso molte culture africane, la comunicazione non verbale si esprime soprattutto attraverso il linguaggio dei segni, delle forme, dei colori. Gli ornamenti, indossati sia nella quotidianità che durante le cerimonie, segnano le diverse tappe della vita degli individui trasformandoli in “esseri sociali”. Sul corpo nudo, la pittura, i tatuaggi, le scarificazioni e le acconciature hanno innanzitutto un valore estetico ma ci informano altresì sull'etnia di appartenenza e sulla condizione della persona che li esibisce. La pittura corporea è stata una delle prime forme di espressione artistica dell'umanità.

All'alba del mondo, i nostri antenati scoprono le terre colorate, il carbone di legna, il gesso, il succo delle bacche, il sangue degli animali ed altre fonti di tintura e li utilizzano come un alfabeto del corpo: per impressionare il nemico in battaglia, camuffare il cacciatore, definire una posizione rituale o semplicemente sedurre. Grazie alle decorazioni corporee, l'individuo cambia identità, si trasfigura, si sublima.

Ogni colore ha un significato.
Il bianco è generalmente associato al lutto o alla purificazione.
Il rosso, colore del sangue, è simbolo di energia vitale e fecondità.
Il nero, che evoca la notte ed il caos primordiale, simbolizza il mondo materiale.

Se nel mondo occidentale le mode contemporanee ne affievoliscono il significato, desacralizzandolo, in Africa molti gruppi etnici conservano con tenacia ed ostinazione le loro tradizioni ed utilizzano la pittura corporea durante le cerimonie, spesso in sostituzione delle maschere lignee. Con pietre, fibre vegetali, legno, conchiglie, metallo, perline, si fabbricano bracciali, collane, pettini, piattelli labiali ma anche amuleti, vesti cerimoniali, costumi da guerra o da caccia. Questi accessori, frutto di una stupefacente creatività, fanno parte di un complesso sistema simbolico e diventano indispensabili sia per mantenere l’ordine sociale che per mediare le relazioni fra i vari membri del clan e gli esseri soprannaturali.

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